Perchè passare all’ induzione?

La cottura a induzione è un sistema usato da oltre vent’anni in molti Paesi europei e largamente diffuso nelle cucine professionali, ma ancora poco utilizzato in Italia in ambito domestico, sia per un fattore culturale, che associa il cucinare alla presenza della fiamma, sia per ragioni economiche e funzionali, legate all’alto costo dell’energia e alla presenza di contatori elettrici dalla potenza limitata. In realtà la tecnologia dell’induzione ha conosciuto negli ultimi anni una costante evoluzione, che la rende oggi vantaggiosa da molti punti di vista.

Come funziona l’induzione?

Il piano cottura a induzione si compone di una superficie in vetroceramica sotto alla quale vengono inserite delle bobine con filamenti di rame. Il suo funzionamento si basa sulla generazione di un campo magnetico tra il piano e la base metallica della pentola, che produce energia trasformata immediatamente in una fonte di calore omogeneo e localizzato solo all’interno del recipiente. Proprio per queste sue caratteristiche, il piano cottura a induzione richiede l’utilizzo di pentole in materiale ferromagnetico. Occorre quindi controllare che sul fondo del tegame sia riportato il simbolo apposito, oppure verificarne il magnetismo per mezzo di una calamita.

Che pentole servono?

Le pentole da usare devono avere un fondo perfettamente piatto e con uno strato inferiore di materiale ferroso, senza il quale non potrebbe attivarsi il campo magnetico.Per qualcuno potrebbe essere uno svantaggio, perché acquistare un piano a induzione ci costringerebbe a sostituire tutte le pentole di rame, alluminio e terracotta, così come le padelle antiaderenti con il fondo di alluminio.Esistono in commercio anche dei dischi adattatori (costo 10-15 euro) che permettono l’uso sul fornello ad induzione di tutti i tipi di pentole: sono però sconsigliati, in quanto allungano sensibilmente i tempi di cottura, aumentato i costi di gestione.

Piano radiante, a induzione o alogeno: le differenze

Innanzitutto, occorre distinguere tra i diversi sistemi di cottura elettrici. I piani radianti e alogeni non sono così convenienti come si potrebbe pensare, perché il loro rendimento termico (45-60% circa), pur essendo superiore al gas, è lontanissimo dall’efficienza assicurata dalla tecnologia a induzione.

Soffermiamoci sulle prime due soluzioni: il piano radiante ha una resistenza elettrica sotto la superficie di vetroceramica. Il calore generato dalla resistenza scalda il pentolame per trasmissione, cioè dopo aver scaldato il piano. Per l’alogeno il funzionamento è simile: al posto della resistenza, però, c’è una potente lampada a infrarossi.

In entrambi i casi, lo spreco di energia è abbastanza consistente, perché la vetroceramica trattiene molto calore.

Quanto consuma invece, il piano a induzione?

Una delle ragioni che stanno gradualmente favorendo la scelta della cottura a induzione è legata alla costruzione di edifici in classe di efficienza energetica A e A+, nelle quali l’energia utilizzata è prodotta da fonti sostenibili come il solare o il fotovoltaico e non sono presenti gli allacciamenti del gas. L’induzione può però essere adottata in qualsiasi tipo di abitazione senza significativi aggravi di costi, poiché tale tecnologia sfrutta il 90% dell’energia consumata, contro il 35/40% di un piano a gas, (Quest’ultimo ha un’elevata dispersione termica poiché buona parte del calore sprigionato dalla fiamma finisce nell’ambiente).

Inoltre la maggior parte dei produttori hanno inserito sui piani un sistema detto “power management”, che limita l’assorbimento dell’energia al livello desiderato, evitando così il rischio di un sovraccarico del contatore. (Possibilità di utilizzo anche con contratto da 3 Kw).

Estrema facilità di pulizia

Oltre all’eleganza estetica data dall’installazione a filo o semifilo top e dall’assenza di griglie, l’induzione assicura numerosi vantaggi funzionali. Uno di questi è l’estrema facilità di pulizia: bastano infatti un panno umido e una goccia di detersivo perché la superficie in vetroceramica del piano risulti detersa perfettamente.

Sicurezza

I piani a induzione sono poi estremamente sicuri, poiché si attivano esclusivamente a contatto con i tegami e si riscaldano solo nelle zone in cui vengono appoggiate le pentole, mentre la restante superficie rimane fredda. Questa situazione e la totale assenza di fiamme riduce così al minimo la possibilità di scottarsi. Inoltre si annullano tutti i rischi dovuti a eventuali fughe di gas.

Cottura rapida e omogenea

Il vantaggio principale dell’induzione, però, è legato alla possibilità di ottenere una cottura più omogenea e più rapida rispetto a quella sulla fiamma, poiché la pentola si scalda in maniera uniforme e senza dispersione di calore. Inoltre la potenza può essere regolata con precisione a diversi livelli e si mantiene costante; ciò permette, per esempio, di far bollire l’acqua in tempi ridottissimi, e nello stesso tempo di effettuare preparazioni delicate come la fusione del cioccolato.

Novita!

Con i piani cottura a induzione di nuova generazione è possibile fare a meno della cappa: alcuni modelli infatti, presentano degli aspiratori incorporati che evitano la dispersione di fumi e vapori di cottura con un immediato aspiraggio.

Non solo nero! Diversi colori oltre alla classica vetroceramica nera, sono stati introdotti.

Flexi zone: Un’altra novità importante è l’itroduzione delle zone flessibili. Grazie a delle bobine più piccole è più numerose nella zona sottostante del piano, non si è più legati ad una posizione, ad un diametro, ad una forma o ad un numero limitato di tegami. Tutto il piano cottura è a tua disposizione!

Le luci a led, impariamo a conoscerle

Se in passato la scelta del tipo di illuminazione degli ambienti domestici dipendeva da un’unica esigenza (il posizionamento del punto luce), oggi siamo chiamati ad una valutazione meno superficiale e più ragionata.
La qualità del materiale usato per fare luce nelle nostre case è fondamentale per chi non ama sprecare il proprio denaro e nel contempo ha a cuore la salute dell’ambiente che lo ospita. In tempo di decisioni consapevoli, qualche consiglio può tornare utile.

Nello specifico vogliamo evidenziare i vantaggi dell’utilizzo delle lampade a LED (light emitting diode – diodi ad emissione luminosa). Sempre più diffuse e apprezzate, in commercio se ne trovano di tutti i tipi e per ogni esigenza. Faretti da incasso, fari e lampioncini da esterno, lampadine, strisce, tubi, proiettori, moduli per strutture composite.

A prescindere dalle direttive europee – che da tempo hanno decretato la fine delle lampade a incandescenza – sono gli aspetti pratici a suggerire a chi ancora non l’abbia fatto di scegliere le nuove soluzioni di illuminazione a led.

COSA SONO I LED

Il Led è un componente elettronico che , al passaggio di una minima corrente , emette una luce priva di infrarossi ed ultravioletti, ( ecco perchè non attira la maggior parte delle specie di insetti, sensibili agli ultavioletti ), accendendosi immediatamente.

La tecnologia LED (Light-Emitting Diodes) rappresenta l’evoluzione dell’illuminazione allo stato solido, in cui la generazione della luce è ottenuta mediante semiconduttori anziché utilizzando un filamento o un gas. L’illuminazione LED è più efficiente dal punto di vista energetico, ha una durata maggiore ed è più sostenibile. Inoltre consente innovative e creative soluzioni di utilizzo che integrano la luce nelle nostre case.

TUTTI I VANTAGGI DEL LED:

RISPARMIO ENERGETICO

In tema di economia domestica, un banale esempio ci consente di fare il conto della serva: una lampada a led consuma una potenza elettrica (watt) fino a dieci volte inferiore a quella di una lampada a incandescenza. Se siamo così attenti ai consumi quando acquistiamo un elettrodomestico verificandone meticolosamente la classe energetica, non c’è motivo per evitare di farlo quando scegliamo lampade e faretti.

Confrontato con fonti di illuminazione tradizionali il risparmio ottenuto utilizzando l’illuminazione a LED è di circa il 93% rispetto alle lampade ad Incandescenza – 90% rispetto alle lampada Alogene – 70% rispetto alle lampade a Ioduri metallici – 66% rispetto alle lampade Fluorescenti.

Facciamo un piccolo esempio di una famiglia con un consumo medio annuo di 5000kWh, di cui 1500kWh utilizzati per l’ illuminazione (considerando lampade ad incandescenza ). Il risparmio può arrivare a circa 1350kWh, consentendo da subito un risparmio sulla bolletta ed il rientro nelle fasce di prezzo più vantaggiose.

DURATA

I LED mantengono il 70% dell’emissione luminosa iniziale ancora dopo 50.000 ore, secondo gli standard EN50107. Con ciò non è detto che bisogna necessariamente sostituirli dopo tale periodo, se tale riduzione non crea eccessivi fastidi si possono tranquillamente utilizzare fino alla completa perdita di luminosità, stimata in 100.000 ore.

Confrontando la durata dei led rispetto alle lampade tradizionali notiamo che:

La vita media di una lampadina a filamento e di circa 1000/1500 ore – di una lampada a scarica è di 4.000 ore circa – di una lampada fluorescente è di 6.000 ore.

E’ inutile dire che la differenza è abissale, considerando 8 ore di funzionamento medio giornaliero per tutto l’anno, una lampada a led durerà circa 17 Anni.

Considerando le durate dette prima, nei 17 anni di durata dei led quante lampade tradizionali avremmo dovuto sostituire ? (già questo ci ripaga totalmente dell’ acquisto).

Per far sì che i led mantengano gli standard di qualità per così tanto tempo, consigliamo di scegliere le giuste strutture sulle quali installarli. Più il calore verrà dissipato, più sarà la durata del led.

ALTA EFFICIENZA LUMINOSA

L’efficienza luminosa di una sorgente di luce è il rapporto tra il flusso luminoso e la potenza in ingresso. Dimensionalmente è espressa in lumen/watt.

Una lampada ha una maggiore efficienza luminosa quanto più è in grado di emettere uno spettro adatto alla percezione umana.

Attualmente i led hanno un efficienza luminosa fino a 120 lm/W, rispetto ai:

13 lm/W delle lampade ad incandescenza

16 lm/W per le alogene

50 lm/W per le fluorescenti.

NON INQUINA E NON CONTIENE SOSTANZE PERICOLOSE

Il led contiene polvere di silicio, non contiene gas nocivi alla salute e non ha sostanze tossiche, a differenza delle fluorescenti e delle lampade a scarica (alogenuri metallici e vapori di sodio).

Totale assenza di inquinamento luminoso; il led brilla, ma non satura l’ambiente.

L’assenza di emissione di raggi ultravioletti e infrarossi e l’alta resa dei colori rendono le luci a led preferibili alle altre nell’uso quotidiano domestico. Spesso disagi che ci sembrano normali o banalmente attribuibili a stress o stanchezza dipendono infatti dalla cattiva illuminazione degli ambienti che più frequentiamo.

Tali emissioni sono molto dannose anche per il commercio del tessile e del pellame, materiali questi molto sensibili ai raggi U.V. Perdita di brillantezza dei colori e sclerotizzazione dei materiali, in particolare quelli naturali e quindi più pregiati, sono spesso l’inevitabile conseguenza di una lunga esposizione alla luce artificiale: un motivo in più per utilizzare i Led nell’illuminazione dei locali commerciali.

I LED NON EMETTONO CALORE

I LED generano calore, ma lo trattengono al loro interno, difatti l’ involucro è in grado di controllare il calore generato e di smaltirlo verso dissipatori esterni.

La potenza usata viene così impiegata al meglio per l’illuminazione, ottimizzando l’efficienza.

La temperatura media raramente è superiore a 50°.

I led possono quindi essere installati a contatto con legno, plastica, e tutti quei materiali che temono l’eccessivo calore.

Notevole può rivelarsi il risparmio nel climatizzare un ambiente molto illuminato: Infatti una lampada ad incandescenza o alogena produce una notevole quantità di calore disperso nell’ ambiente e normalmente, quando si eseguono dei calcoli per la progettazione di un impianto di climatizzazione, viene considerata come una fonte di calore da abbattere di circa 75 W. L’equivalente fonte di luce, ma a LED, viene valutata con margine ridondante a circa 15 W .

Di conseguenza la potenza da utilizzare per il raffreddamento dell’ ambiente, ed il relativo costo, saranno notevolmente ridotti.

ASSENZA DI MANUTENZIONE

I costi di manutenzione degli apparati di illuminazione a LED sono stimati nell’ordine di un centesimo rispetto agli impianti al sodio attualmente in uso, quindi praticamente NULLI.

COMPATIBILITA’ CON TUTTI GLI ATTACHI

Le tipologie di led in commercio sono compatibili con dimensioni / attacchi / tensioni di alimentazione esistenti: basta svitare ed avvitare, sfilare ed infilare al posto delle altre lampade!

ECCELLENTE RESA CROMATICA

L’indice di resa cromatica generale Ra, o Color Rendering Index (CRI), ci dice in che modo una sorgente è in grado di riprodurre il colore di un oggetto da essa illuminato. Illuminando un oggetto colorato (rosso per esempio) con due sorgenti diverse, caratterizzate da Ra differente, si può notare come il colore apparirà leggermente differente a seconda della sorgente che lo illumina.

In genere i LED bianchi hanno un indice di resa del colore di 60-70, sia a 3200K che a 5500K.

I Warm White hanno un indice di resa del colore di 90+, simile a quello delle lampade a incandescenza, con un rendering colorimetrico eccellente.

TONALITA’ DELLA LUCE (temperatura di colore)

Luce calda, luce naturale o luce fredda. Quale scegliere?

La luce emessa dalle lampadine a led non è tutta uguale: la luce viene percepita dall’occhio umano con gradazioni diverse di colore che cambiano a seconda della temperatura colore.

La gradazione del colore viene misurata in gradi Kelvin e le varie tonalità di colore vanno a determinare la temperatura colore della luce.

La gradazione della luce può essere definita calda, se tende verso i toni del rosso e fredda se tende verso i toni del blu. Se la temperatura colore si mantiene su valori medi si parla di luce neutra.

In fase di acquisto di una lampada led è molto importante capire le differenze di temperatura di colore della luce per scegliere al meglio il prodotto che preferiamo, scegliendo la luce migliore per illuminare il nostro ambiente a seconda delle nostre esigenze.

LED A LUCE CALDA

Le lampadine a led a luce calda presentano una temperatura colore inferiore ai 3300 Kelvin, con sfumature che variano dal rossiccio, al giallo, all’arancio, fino ad un bianco caldo. Le lampadine a led a luce calda vengono utilizzate di solito per illuminare ambienti interni di uffici ed abitazioni. Ovviamente in fase di acquisto ognuno può basarsi sulle proprie preferenze e sulle proprie esigenze.

Psicologicamente siamo predisposti ad associare la luce calda a sensazioni positive e di calore, anche per questo le lampadine a led a luce calda risultano essere le più vendute per l’illuminazione della propria abitazione o per il proprio ambiente di lavoro.

LED A LUCE NATURALE O NEUTRA

Le lampadine a led a luce neutra presentano una temperatura colore compresa tra i 3300 e i 5300 Kelvin, con sfumature di colore prettamente tendenti al bianco. Le lampadine a led a luce neutra sono indicate per l’illuminazione delle zone living della propria abitazione, per musei contenenti opere d’arte e spazi aperti al pubblico.

La luce neutra è quella che meglio si adatta al funzionamento dei nostri occhi, creando il giusto compromesso tra i colori e le forme dell’ambiente illuminato con lampadine a led a luce neutra.

Se desiderate illuminare il vostro ambiente con un’illuminazione a giorno scegliete lampade a led a luce neutra 4000K.

LED A LUCE FREDDA

Le lampadine a led a luce fredda presentano una temperatura colore compresa tra i 5300 e i 6500 Kelvin, con sfumature di colore tendente al bianco e al blu. Sono proprio le sfumature di blu che conferiscono alla luce una tonalità fredda. Le lampadine a led a luce fredda sono indicate per illuminare grandi spazi, come supermercati, magazzini, o luoghi pubblici come ospedali, ambulatori e studi specialistici.

La luce fredda psicologicamente viene percepita come dura, spigolosa, e generalmente viene associata al concetto di ordine e di pulizia. Nulla vieta comunque di utilizzare le lampadine a led a luce fredda per illuminare ambienti con un look moderno della vostra abitazione.

Evitate di utilizzare temperature colore troppo elevate per le lampadine a luce fredde per non generare ombre nell’ambiente troppo nette.

IN SINTESI

Luce a Led calda: temperatura colore inferiore ai 3300 Kelvin (illuminazione residenziale e ufficio)
Luce a Led neutra: temperatura colore compresa tra i 3300 e i 5300 Kelvin (illuminazione residenziale)
Luce a Led fredda: temperatura colore compresa tra i 5300 e i 6500 Kelvin (illuminazione di grandi spazi e luoghi pubblici)

…E TECNICAMENTE

Temperatura di colore è un termine usato in illuminotecnica per quantificare la tonalità della luce, che si misura in gradi kelvin.

Una temperatura bassa (sempre però nell’incandescenza, intorno ai 2000 K) corrisponde ad un colore giallo-arancio. Scendendo si passa al rosso ed all’infrarosso, non più visibile, mentre salendo di temperatura la luce si fa dapprima più bianca, quindi azzurra, violetta ed ultravioletta. Quando comunemente si dice che una luce è calda, in realtà questa corrisponde ad una temperatura di colore bassa, viceversa un temperatura maggiore produce una luce definita comunemente fredda. Tale definizione ha una motivazione puramente psicologica, poiché la nostra mente tende ad associare a colori come il rosso o il giallo-arancio l’idea di caldo ed a colori come il bianco o l’azzurro l’idea di freddo.

Se il colore dominante della luce tende al rosso si dice che la luce emessa ha una tonalita’ calda (Warm).

Se il colore dominante della luce tende al blu si dice che la luce emessa ha una tonalita’ fredda (Cool).

Scendendo si passa al rosso ed all’infrarosso, non piu’ visibile. Salendo di temperatura la luce si fa prima piu’ bianca, quindi azzurra, violetta ed ultravioletta.

SCALA TEMPERATURA DI COLORE

Definizione delle temperature di colore maggiormente utilizzate dai LED in illuminotecnica.

bianco caldo tra i 3000 e i 3500 K,

bianco neutro tra i 3500 e i 4500 K,

bianco freddo tra i 4500 e i 7000 K.

Il grande vantaggio dei LED è la possibilità di avere svariate tonalità, da 2800K a 7000K, quindi in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di luce.

Il LUX

Il lux (simbolo lx) è l’unità di misura per l’illuminamento del Sistema Internazionale. Un lux è pari a un lumen fratto un metro quadrato.

Alcuni dati di illuminamento per dare un’idea di quanto vale un lux:

La luce del Sole mediamente varia tra i 32000 lx (32 klx) e i 100000 lx (100 klx);

I riflettori degli studi televisivi producono circa 1000 lx (1 klx);

In un ufficio luminoso si hanno circa 400 lx;

In un ufficio illuminato secondo l’attuale normativa europea (Uni En 12464) vi sono 500 lx

La luce della Luna è pari a circa 1 lx;

La luce di una stella luminosa è soltanto 0,00005 lx (50 µlx).

I LUMEN

Pensate ai Lumen come ad un modo nuovo di conoscere la luminosità delle lampadine.

I Lumen (lm) sono una misura della quantità totale di luce visibile (all’occhio umano) proveniente da una lampada o da sorgente di luce. Più alto è il lumen, più luce fa la lampadina.

DIFFERENZA TRA LUX E LUMEN

Lux e lumen sono due diverse misure del flusso luminoso, ma mentre il lumen è una misura della “quantità di luce” su una porzione di sfera (incentrata sulla sorgente), il lux è una misura relativa all’area piana tangente la porzione sferica. 1 lumen su un’area di 1 m2 corrisponde ad 1 lux, mentre lo stesso lumen concentrato in 1 cm2 corrisponde a 10000 lux.

…E TRA LUMEN E WATT?

Per anni abbiamo scelto le lampadine basandoci sul numero di watt, imparando nel tempo quanta luce fa una lampadina da 40 watt rispetto a una da 60 o da 100.

Ma il watt ci dice solo la quantità di energia che una lampadina utilizza – non quanta luce fa.

Con le lampade a LED a basso consumo abbiamo più luce con molto meno consumo di energia.

Ad esempio, una lampada a LED da 12 watt emette una potenza luminosa simile ad una alogena da 53 watt.

L’87% in meno di energia per la stessa luce!

E man mano che la tecnologia avanza, avremo sempre più lumen utilizzando sempre meno watt (quindi avremo sempre più luce con sempre meno consumo di corrente!).

ANGOLO LUCE ( angolo di emissione )

Un’altra caratteristica da tenere in considerazione quando si acquista una lampada a led è l’ angolo di emissione che si riferisce a come è diffusa l’emissione luminosa.

La scelta dell’angolo di emissione luminosa influisce sul risultato dell’intensità luminosa finale. A parità di intensità effettiva del LED, maggiore è l’angolo di emissione e meglio si distribuisce la luce emessa, ma per contro peggiora l’intensità luminosa.

Nei Power LED di frequente si utilizzano delle lenti appositamente progettate con il fine di concentrare il fascio luminoso così da aumentarne considerevolmente l’intensità luminosa.

Materioteca: Piani di lavoro in laminato

l top di cucina in laminato sono associati di solito a prodotti economici non proprio bellissimi da vedere e in qualche caso anche di scarsa durata.

Questo è vero in qualche misura per alcuni piani post-formati di pessima qualità, ma non altrettanto veritiero per quelli prodotti con le tecnologie più avanzate che consentono di ottenere pannelli stratificati a colore uniforme, fino a giungere a nuovi materiali dalle prestazioni interessanti e di grande effetto estetico, grazie all’impiego delle nanotecnologie.

Piano lavoro cucina in laminato post-formato.

Il piano lavoro cucina in laminato post-formato è top più conosciuto e più diffuso grazie alla economicità del materiale. Questo, disponibile con spessori da 3 a 6 centimetri e offerto in tantissimi colori e finiture, è sostanzialmente un pannello in truciolare, con bordi profilati a diversa sezione, rivestito, nei casi di prodotti seppur ecenomici ma di qualità, con laminati HPL (High Pressure Laminate) dallo spessore di 0,8 mm.

Il laminato HPL viene prodotto sovrapponendo numerosi fogli di carta (detti Kraft) impregnati con resine termoindurenti e resi compatti per mezzo di calore e alta pressione. Lo strato “decorativo” superficiale, che conferisce il colore o la texture è ricoperto da un film in melaminico trasparente che rende il tutto resistente all’usura e impermeabile.

Il piano lavoro cucina in laminato post-formato non assorbe ed è piuttosto resistente ai graffi soprattutto nelle versioni a finitura goffrata o martellata, ma richiede molta attenzione nelle giunzioni dove potrebbero verificarsi delle infiltrazioni d’acqua che potrebbero far gonfiare il supporto in truciolare sottostante. Questo accade non solo se il top è stato male istallato, ma anche con il deterioramento dei materiali sigillanti che con il passare del tempo non consentono più una tenuta perfetta.

Se scegliete questo tipo di piano per la vostra cucina assicuratevi che il supporto in truciolare sia del tipo idrorepellente ed evitate di bagnare eccessivamente zone critiche come:

i punti di congiunzione tra le varie porzioni di piano;
le parti forate dove sono istallati lavello e piano cottura.

PRO
Economico.
Buona praticità d’uso e resistenza agli urti.
Le macchie in questo tipo di materiale sono molto facili da rimuovere.

CONTRO
Scarsa durata dei prodotti troppo economici.
Suscettibile ad infiltrazioni d’acqua e vapore in prossimità delle giunzioni, anche quando si tratta di pannelli idrorepellenti.
Sensibilità al calore. Per questo bisogna evitare di appoggiare sopra di esso pentole appena tolte dal fuoco.
Forte emissione di formaldeide.

Piano lavoro cucina in laminato stratificato.

Questo tipo di piano lavoro cucina è realizzato con laminati stratificati HPL a forte spessore a partire da 12 mm colorati in modo uniforme su tutto lo spessore, questo garantisce una maggiore resistenza a graffi e urti rispetto al normale laminato.

Grazie alle sue caratteristiche di impermeabilità è possibile in questi top installare piani cottura e lavelli a filo-top e sotto-top, oltre che a poter realizzare vasche integrate squadrate nella stessa identica finitura del top.

Altre caratteristiche del top in laminato stratificato sono la durezza, la resistenza all’usura e ai graffi, l’impermeabilità ai liquidi, la resistenza a prodotti acidi e alle macchie. Caratteristiche che lo rendono molto simile ai piani compositi a base di quarzo, rispetto ai quali risulta più economico.

PRO
Assoluta resistenza agli oli;
resistenza a temperature fino a 180°;
pratico nelluso e resistente agli urti;
igienico, antistatico e facilissimo da pulire (le macchie in questo tipo di materiale sono molto facili da rimuovere);
assoluta impermeabilità all’acqua e al vapore, quindi è consigliato l’impiego con elettrodomestici filo-top che ne esaltano il risultato estetico finale.

CONTRO
Con la riduzione dei costi dei piani in agglomerato di quarzo, il vantaggio economico rispetto a questo tipo di piani si è ridotto notevolmente;
il top la cui lavorazione prevede un bordo in alluminio, può risultare poco pratico nell’uso quotidiano.

Piano lavoro cucina in laminato Fenix NTM™.

La nuova frontiera dei piani in laminato è quella offerta dalle nanotecnologie, ovvero quelle lavorazioni che incidono direttamente sulla composizione della materia a livello atomico e molecolare con le quali è possibile realizzare materiali con resistenze all’usura molto alte e dalle proprietà autorigenerative come il Fenix NTM™, capace di auto-riparare micro graffi con la semplice esposizione al calore.

La particolarità di questo materiale è quella di avere un aspetto soft touch anti-impronta di grande effetto; questo grazie al trattamento della sua superficie con resine di nuova generazione che gli conferiscono una certa setosità e morbidezza al tatto.

Questo materiale è in realtà un’evoluzione del laminato HPL e nella versione “Unicolor”, cioè con sezione da 12 mm tutta uniformemte colorata, risulta particolarmente utile per essere impiegato, al posto del normale laminato stratificato, nella costruzione di piani di lavoro per cucine moderne.

Le caratteristiche tecniche sono identiche e per certi aspetti superiori a quelle dei laminati stratificati: possiede una elevata attività di abbattimento della carica batterica e, grazie alle nanotecnologie, eventuali graffi superficiali, si richiudono semplicemente passando un ferro da stiro su panno.

Va anche detto che essendo un materiale recentissimo non si hanno al momento esperienze su larga scala su eventuali difetti che esso può avere.

Pulizia.

Pulire il piano lavoro in laminato per la cucina risulta estremamente semplice ed è questo uno dei punti forti di questo materiale.

Pratici nell’uso e nella pulizia quotidiana tutti i top in laminato sia post-formato che stratificato possono essere puliti normalmente utilizzando un panno o una spugna morbidi imbevuti di detersivo neutro in crema oppure liquido diluito in acqua.

Particolarmente efficiente per pulire il piano lavoro in laminato risulta lo sgrassatore universale ChanteClair, perché non eccessivamente aggressivo e soprattutto perché si risciacqua con poca acqua; questo è un aspetto particolarmente importante considerato che i punti deboli dei top in laminato post-formato sono le giunzioni dove le possibili infiltrazioni d’acqua potrebbero gonfiare il supporto in truciolare sottostante. Questo problema invece non esiste nei piani in laminato stratificato che sono assolutamente impermeabili e quindi più facili da mantenere.

In ogni caso non usate mai detergenti abrasivi tipo quelli in polvere, perché possono rovinare il sottile strato di melaminico che riveste il laminato e a cui sono dovute tutte le caratteristiche di resistenza di questo tipo di top. Per lo stesso motivo non usate mai spugnette abrasive per la pulizia. Consigliato l’impiego di una spugnetta scotch-brite non abrasiva di qualità, per essere certi di non arrecare alcun danno al vostro piano cucina.

Lo sgrassatore universale ChanteClair va benissimo anche nel caso di superfici molto sporche, l’importante che risciacquate i residui di detergente immediatamente e asciugate per bene con un panno morbido e pulito.

Alcune precauzioni per pulire il piano lavoro in laminato.

Macchie di vino, caffè o qualsiasi altra sostanza molto colorata o aggressiva, va rimossa a fresco e immediatamente;

Nei piani in laminato post-formato evitate di bagnare eccessivamente i punti di congiunzione tra le parti di piano così come le parti dove sono istallati lavello e piano cottura, per evitare che infiltrazioni d’acqua possano essere causa di rigonfiamenti del supporto in truciolare sottostante.

Detergenti o decalcificanti o pulitori per scarichi contenenti acidi o sali fortemente acidi, detergenti per metalli o per il forno possono danneggiare gravemente le superfici in laminato.

Bonus mobili, proroga secca al 2018

Il bonus mobili rientra nel perimetro della nuova legge di Bilancio.

Con una proroga secca dal 2017 al 2018 per la misura che, dalla sua introduzione nel giugno 2013 fino a tutto il 2016, è stata capace di muovere una spesa pari a oltre 4,5 miliardi di euro, secondo le stime di FederlegnoArredo. Il pacchetto della manovra dedicato alla casa, ormai assestato, incassa questa ennesima novità. Il testo del Ddl, atteso in Parlamento tra domani e giovedì, si prepara così a restituire un quadro delle agevolazioni fiscali profondamente rinnovato, dopo gli interventi del Governo, tra conferme, bonus totalmente nuovi e sconti riformati.
Prima l’esclusione poi la conferma
In questa cornice il rinnovo del bonus mobili arriva dopo che, nelle prime bozze della manovra, la misura era stata tagliata. Adesso, mentre il lavoro dei tecnici dell’esecutivo è ancora in corso, riappare in una versione che conferma l’assetto che finora ha funzionato così bene: chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia a partire dal primo gennaio del 2017 potrà agganciare al rinnovamento della sua abitazione anche la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in classe non inferiore alla A+. Le spese per l’arredo dovranno essere sostenute nel 2018 e avranno un tetto massimo di 10mila euro. La sostanza, allora, è che viene confermato in blocco l’assetto attuale. Quindi, come avviene già adesso, lo sconto andrà diviso in dieci rate annuali.
Gli altri sconti fiscali confermati:

Non è la sola conferma che i cittadini troveranno nella legge di Bilancio. Per il 2018, infatti, resta intatta la detrazione per le ristrutturazioni al 50%, così come procedono sulla loro strada anche il sismabonus fino all’85% e l’ecobonus per gli interventi strutturali, come il cappotto termico, fino al 75%: per questi ultimi due sconti già la vecchia legge di Bilancio aveva previsto una stabilizzazione fino al 31 dicembre 2021, che non viene rivista.
L’ecobonus scende al 50%

Una conferma con qualche ritocco arriva, invece, per l’ecobonus al 65 per cento. La detrazione, infatti, sarà ancora attiva il prossimo anno, ma con l’esclusione di alcuni investimenti, che ricadranno nel perimetro del 50%: infissi, schermature solari, caldaie a condensazione e a biomasse. Mentre ci sarà un esordio assoluto nella famiglia delle detrazioni per la casa: il bonus verde, pensato per la sistemazione di giardini, terrazzi, coperture sia nei condomini che nelle ville. Lo sconto sarà del 36% con un tetto di spesa di 5mila euro per ogni unità immobiliare e la possibilità di recuperare anche costi di progettazione e manutenzione.
Gli interventi per la liquidità
A corredo di queste misure, ci sono due novità che cercano di rendere più performante il mercato che si muove attorno agli sconti fiscali, supportando i cittadini che vogliano usufruire delle detrazioni pur avendo problemi di liquidità. Nasce, così, un Fondo di garanzia per i prestiti bancari che sarà alimentato con risorse del ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico: 50 milioni l’anno tra il 2018 e il 2020, per puntellare le operazioni di efficientamento energetico avviate da famiglie a basso reddito. In questo modo, si allarga il bacino dei potenziali beneficiari dello sconto. Non solo: arriva anche un’ulteriore semplificazione delle misure per la cessione dei crediti fiscali, nella linea dei molti aggiustamenti messi a segno negli ultimi due anni, dalla legge di Stabilità 2016 fino alla manovrina (Dl n. 50/2017). Diventano, allora, cedibili gli sconti effettuati sulle singole unità immobiliari. Finora, infatti, la portabilità dei bonus era limitata alle operazioni condominiali.
Le misure di contorno
Completano il pacchetto alcune limature di dettaglio. Gli ex Istituti autonomi case popolari potranno usufruire, come promesso dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, del sismabonus e dell’ecobonus. Mentre al ministero dello Sviluppo economico viene affidato il compito di aggiornare, con un decreto, tutti i requisiti tecnici minimi che andranno rispettati dagli interventi di efficientamento energetico.

Articolo preso da: Il sole 24 ore